Il percorso che ci porta al Rifugio Mandrone, in Val di Genova non è troppo difficile, ma fate riserva di energie perché impegna un’intera giornata. Forse conoscete già la Val Genova per le famose Cascate del Nardis e quindi immaginate quanta natura potrete osservare camminando fino al Rifugio Mandrone.
Dalla Val di Genova al Rifugio Bedole
La navetta del Parco Naturale ci porta fin sulla piana di Bedole dove si imbocca la strada bianca in direzione del rifugio Bedole, raggiunto il quale si trova agevolmente l’inizio del sentiero 212 che giunge direttamente alla nostra meta.
Il sentiero si inerpica subito sul fianco della montagna e, con un bel percorso tra gli alberi, sale subito ripido per recuperare con velocità il dislivello di circa 600 metri che porta al rifugio Mandrone. Mano a mano che si esce dalla vegetazione il sentiero tende a diventare pianeggiante ed il terreno tende ad assumere una più spiccata caratteristica “adamellina”. Un ultimo ripido tratto porta infine al rifugio.
Alla scoperta dei ghiacciai dell’Adamello
All’arrivo verrete accolti da un panorama stupendo verso la “Vedretta del Mandrone” dal quale il ghiacciaio dell’Adamello (posto appena oltre la vedretta) fa nascere uno dei tre rami del fiume Sarca, affluente del Lago di Garda.
Nei dintorni del rifugio Mandrone, all’interno di una struttura dismessa, è stato realizzato un centro studi glaciologico dedicato a Julius Payer (eminente studioso di fine ‘800) dove sono raccolte numerose informazioni e documentazioni sulla vita dei ghiacciai delle Dolomiti, le loro modificazioni, la loro importanza per l’eco sistema alpino.
Sempre nei dintorni del rifugio si trovano numerosi laghetti glaciali, abbondantemente alimentati dal sovrastante ghiacciaio, specialmente in primavera ed estate, quando il clima caldo favorisce lo scioglimento del ghiaccio.
Il Rifugio Mandrone e la sua storia
Teatro di importanti scontri bellici durante la prima guerra mondiale, nei pressi del rifugio è situato un piccolo cimitero austroungarico e nei dintorni sopravvivono ancora numerose installazioni belliche: camminamenti, posti di vedetta, trincee.
Durante la Grande Guerra il rifugio Mandrone (esistente dal 1878 e chiamato all’epoca Lepzigerhuette) divenne una importante base logistica austroungarica, sino al maggio 1916 quando venne conquistata in via definitiva dagli alpini italiani scesi sino li dal ghiacciaio dell’Adamello.
Caratteristiche del percorso:
Itinerario faticoso ma non difficile.
Percorso che si sviluppa su sentieri ben segnati
Inizio e fine del percorso:
L’itinerario descritto inizia e termina al rifugio Bedole (in fondo alla Val Genova)
Dati tecnici:
Dislivello complessivo (salita+discesa) di circa 1.200 metri
Durata del percorso circa 6 ore.
Sentiero 212
Mezzi di trasporto:
Navetta o automobile da Madonna di Campiglio in Val Genova (con i limiti imposti dalla regolamentazione della viabilità alle auto in Val Genova).
Attrezzatura necessaria:
Scarponi da trekking possibilmente alti sulla caviglia, adeguato abbigliamento a “strati” per eventuali colpi di aria fredda o caldo esagerato, mantella per la pioggia, cappellino per il sole, bastoncini da trekking.
Una borraccia di acqua e un po’ di cioccolata sono utili per dissetarsi e rigenerare energia!
Punti di ristoro e rifugi:
Rifugio Bedole, Rifugio Mandrone – Città di Trento.